domenica 6 novembre 2011

Lavanderia

Oggi, visto che piove da una settimana, sono andato ad asciugare i vestiti in lavanderia. E' una comodità che ho scoperto lo scorso anno e che mi permette anche di starmene bello tranquillo per un'oretta a seguire i miei pensieri. 
Stamattina c'era già una famiglia Rom che a causa dell'alluvione era "scappata" con il camper ed ora stavano rilavando tutti i vestiti. Appena entro mi dirigo al cestello vuoto dell'asciugatura e il padre mi ferma subito dicendo che lo aveva già prenotato. Mi inizio ad irritare perché i cestelli non si possono prenotare e perché, dopo cinque minuti, era ancora lì fermo. Inizio a spazientirmi e lo faccio notare. Ricevo un po' di insulti e alla fine si decide a far partire il programma. Gli faccio notare che sta spendendo quattro euro per l'asciugatura di venti kg di vestiti quando il cestello ne supporta solo sette. Oltre che sconsigliato, è anche stupido. La gente in coda inizia a guardarli male. Lui risponde che sa quello che fa. Faccio notare che lavare e asciugare un tappeto è anche espressamente vietato. Oltretutto se assieme al tappeto ci si mettono delle coperte pesanti, delle giacche, delle camicie, scarpe, mutande e foulard non ci si può lamentare poi che le asciugatrici non funzionano. Dopo 38 minuti, finito il programma, ci mettono altri dieci minuti per svuotare il cestello. 
Per tutto il tempo, il marito se la prende con la moglie che non sa piegare bene i vestiti, o non sa metterli nei sacchi neri, o è troppo lenta, o lascia che i bambini facciano casino. Lei sopporta in silenzio, annuendo. A un certo punto prova anche a dire che la coperta matrimoniale piegata umida avrebbe fatto la muffa, ma lui la zittisce dicendo che la stufetta sul camper l'avrebbe asciugata perfettamente. 
Dopo un'ora, se ne sono andati con tutta la roba umida in sacchi neri. Ho provato una profonda compassione per lei e un misto di rabbia, pena e schifo per lui. E, dopo, me ne sono vergognato.

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