lunedì 6 febbraio 2012

Una parola di troppo

Ieri Anna stava giocando con il carillon a corda in cucina. Siccome tirava violentemente la corda le ho intimato di smetterla con una frase piuttosto generica. Lei, di spalle, ha continuato ad armeggiare, io, incavolato, le ho detto di smetterla altrimenti mi arrabbiavo. Lei si è fermata di colpo e ho subito capito che avevo sbagliato i tempi. L'ho vista guardarmi con gli occhi già umidi, poi in lacrime è corsa dalla mamma. Sono stati necessari circa dieci minuti per rassicurala che papà non si sarebbe arrabbiato, che lei aveva fatto di tutto per fermare il carillon, che io le volevo bene e che, anzi, avevo sbagliato a rimproverarla. Mi sono sentito piuttosto sciocco per quel rimprovero. Ieri sera, quando lei ancora si divertiva sul lettone e mi abbracciava, io ancora ripensavo a quel momento. A volte sono stanco e indolente e non mi rendo conto che, per la sua età, lei è una bambina d'oro e non si può pretendere che si comporti come un cagnolino che appena fa qualcosa la si rimette a cuccia. 
Su questo punto devo decisamente migliorare.

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