Con mio fratello, per molti anni non c'è stato alcun rapporto. O lui era succube del mio curriculum accademico o ero io a sentirmi troppo in alto. Fatto sta che per molto tempo non ci siamo né sentiti né sopportati. Ognuno aveva notizie dell'altro attraverso mia mamma.
Da un po' di anni a questa parte, invece, faticosamente, stiamo riannodando il legame. Crescendo ho imparato ad apprezzare il suo ottimismo, lo sbandierare a tutti un sorriso strafottente anche quando in cuor suo è demoralizzato, il saper vivere in una comunità paesana che a me è stata in genere ostile o incomprensibile. Così piano pianino, tramite facebook, sms e foto di Anna ci siamo riavvicinati.
Non è che ci sentiamo ogni giorno, ma comunque ora ho una idea su quello che gli passa per la testa. Tuttavia mi piacerebbe condividere con lui le mie e le sue ansie, frustrazioni e paure ma, evidentemente, non è ancora arrivato il momento giusto.
Devo cercare di lavorare di più in questo senso, magari facendo io più spesso il primo passo e raccontando il mio personale, piuttosto che aspettare che sia lui ad aprirsi.